Capitalizzare l’azienda per crescere e resistere alle crisi

Capitalizzare la propria azienda è uno degli strumenti fondamentali per sopravvivere a periodi di crisi e creare le fondamenta per la crescita. Avere un’azienda capitalizzata significa avere una struttura patrimoniale solida. In altre parole, significa avere un patrimonio netto sufficiente ad abbassare il rischio aziendale.

Il patrimonio netto è la somma del capitale sociale, delle riserve e degli utili portati a nuovo. Si tratta dell’investimento dei soci nell’azienda e dell’autofinanziamento aziendale, cioè degli utili non prelevati come dividendi e reinvestiti in azienda. Inoltre, il patrimonio netto può crescere anche per normative civilistiche, come la possibilità di rivalutare le immobilizzazioni (come gli immobili o i macchinari) creando la corrispondente riserva di rivalutazione.

 

Misurare il livello di capitalizzazione

Capitalizzare l’azienda significa aumentare il patrimonio netto rispetto alle altre fonti di finanziamento, ma come si misura la capitalizzazione di un’azienda? Esistono alcuni indici che misurano la capitalizzazione di un’impresa, noi utilizzeremo l’indice di patrimonializzazione. L’indice di patrimonializzazione è pari al rapporto tra il patrimonio netto e il totale del passivo aziendale. Misura la percentuale delle fonti di finanziamento (passivo aziendale) rappresentata dai mezzi propri. La percentuale considerata accettabile varia da azienda ad azienda, ma solitamente è almeno il 30/40%.

Vediamo un semplice esempio:

Voci Azienda A Azienda B
Debiti Finanziari 1.000.000 € 1.000.000 €
Debiti V/Fornitori 1.200.000 € 1.300.000 €
Altro Passivo 700.000 € 800.000 €
Patrimonio Netto 500.000 € 1.100.000 €
TOTALE PASSIVO 3.400.000 € 4.200.000 €
Indice di Patrimonializzazione 14,71% 26,19%

Tabella 1: la tabella rappresenta in maniera semplificata il passivo dello stato patrimoniale di due aziende.

Osservando i dati riportati nella tabella possiamo dire che l’azienda B (indice di patrimonializzazione pari al 26,19%) sia più patrimonializzata rispetto ad A e, di conseguenza, si possa considerare meno rischiosa a parità di altre caratteristiche. Ciò nonostante, avendo un indice di patrimonializzazione inferiore al 30%, anche B potrebbe trarre beneficio da un aumento del patrimonio netto.

 

I vantaggi di capitalizzare l’azienda

Il primo e più conosciuto vantaggio di capitalizzare l’azienda è la facilità di accesso al credito. Il patrimonio netto rappresenta una sorta di “garanzia” di solvibilità nei confronti dei creditori. Avere un elevato patrimonio netto significa che i soci hanno investito molto in azienda o che l’impresa ha guadagnato in passato e ha reinvestito gli utili in azienda. Quindi, a parità di altre caratteristiche, un’azienda patrimonializzata riuscirà ad ottenere più facilmente finanziamenti rispetto ad una con un patrimonio netto inferiore.

Oltre a questo ci sono altri vantaggi, per esempio:

  1. Maggiori flussi di cassa: se l’impresa genera utili di qualità (approfondiremo questo punto più avanti) a parità di altre condizioni questi si trasformeranno di anno in anno in flussi di cassa che potranno essere utilizzati per l’autofinanziamento aziendale;
  2. Una maggiore solidità: un elevato patrimonio netto permette di sostenere meglio anni avversi, resistendo più a lungo in caso di perdite di esercizio prima di dover ricostituire il capitale sociale.

 

Come aumentare il patrimonio netto

Sono tre i modi principali per aumentare il patrimonio netto:

  1. Effettuare un aumento di capitale sociale a pagamento, cioè investire altri soldi in azienda. Lo possono fare gli attuali soci oppure in corrispondenza dell’entrata in società di un altro socio;
  2. Accantonare gli utili: questo significa non distribuire gli utili di esercizio, ma di volta in volta accantonarli (interamente o in parte) come riserva. Questo nel medio/lungo periodo può contribuire in maniera determinante ad aumentare il patrimonio netto, soprattutto se gli utili sono consistenti;
  3. Sfruttare particolari norme che prevedono la possibilità di rivalutare alcuni cespiti in bilancio (come immobili o macchinari). Questo permette di creare una riserva che andrà ad aumentare il patrimonio netto, di importo pari al valore della rivalutazione.

Il patrimonio netto aumenta anche nell’ambito di alcune operazioni straordinarie, ma questo argomento esula dallo scopo di questo articolo.

 

Come valutare la qualità del patrimonio netto

Chiariti i punti principali, approfondiamo alcuni aspetti che ci aiuteranno a capire perché non tutti i patrimoni sono uguali. Vi sono infatti alcune differenze che vanno considerate quando si analizza il patrimonio netto di un’azienda. Vediamole rielaborando l’esempio precedente:

Voci Azienda A Azienda B
Capitale Sociale 100.000 € 100.000 €
Riserve di Utili 400.000 € 400.000 €
Riserve di Rivalutazione 0 € 600.000 €
Totale Patrimonio netto 500.000 € 1.100.000 €

Tabella 2: in questa tabella è mostrato il dettaglio delle voci che compongono il patrimonio netto nelle due aziende dell’esempio precedente

Ad un’analisi più attenta appare che i patrimoni delle due aziende, nonostante una sia più patrimonializzata dell’altra, abbiano la stessa qualità. Infatti, le riserve che derivano dalla rivalutazione di cespiti non sono valore vero, ma solo un artificio contabile. Spieghiamo meglio: sono valore soggettivo in quanto derivano dalle valutazioni di un perito e non sono indicazione delle vere performance aziendali. Le riserve di utili invece, derivano direttamente dalle performance aziendali passate e rappresentano più verosimilmente la solidità dell’impresa. Quindi, capitalizzare l’azienda utilizzando voci che non sono denaro liquido o utili portati a nuovo non ne aumenta realmente la solidità.

È necessario fare delle considerazioni anche sulla qualità delle riserve di utili: la qualità delle riserve dipende, ovviamente, dalla “qualità” degli utili stessi. Come ogni voce contabile anche l’utile risente, nella sua composizione, delle norme contabili che portano alla sua formazione. Per esempio, se l’utile si è formato grazie a poste come il magazzino materie prime, plusvalenze varie, o altri ricavi, c’è il rischio che quelle riserve non rappresentino la reale solidità dell’azienda, e che non ne riducano il rischio. Ne parleremo meglio nel prossimo paragrafo.

 

Come avere un’azienda capitalizzata e solida

Come abbiamo scritto nei paragrafi precedenti, gli unici modi per avere un’azienda veramente patrimonializzata e solida sono: immettere nuova liquidità in azienda e reinvestire in azienda utili veri e di qualità. Visto che di solito si immettono nuovi capitali in azienda solo in situazioni particolari, vediamo come si generano utili di qualità da reinvestire.

Gli utili di qualità vengono generati quando un’impresa crea valore economico, cioè quando il fatturato è più che sufficiente a coprire tutti i costi aziendali. Sottolineiamo fatturato, non componenti positivi di reddito. In altre parole, i ricavi generati da aumenti di magazzino, da plusvalenze o da voci extra-gestione (come rimborsi assicurativi, contributi, ecc.) non assicurano che l’utile sia di qualità e sostenibile nel tempo.

Un appropriato sistema di controllo di gestione permette di tenere sotto controllo la marginalità e essere sicuri che l’azienda continui a creare valore. Controllare la marginalità almeno mensilmente è indispensabile per una corretta e profittevole gestione operativa. Permette di controllare il raggiungimento degli obiettivi di budget e, attraverso l’analisi degli scostamenti, di intervenire tempestivamente dove necessario. In questo modo si ha la sicurezza che la strategia aziendale sia corretta e che l’azienda stia continuamente guadagnando, generando a fine anno un utile vero da riportare a nuovo come riserva.

 

Conclusioni

Nell’articolo abbiamo visto, anche con alcuni esempi, quanto sia importante capitalizzare l’azienda e come riuscirci. I vantaggi sono molti, in particolare la possibilità di accedere più facilmente al credito e di generare flussi di cassa per l’autofinanziamento. Avere un’azienda capitalizzata significa avere un elevato patrimonio netto rispetto ai debiti (soprattutto quelli finanziari). Abbiamo scritto che le due modalità più diffuse per aumentare il patrimonio netto sono un aumento di capitale sociale a pagamento (investire denaro liquido in azienda), oppure riportare a nuovo utili aziendali di qualità (reinvestire in azienda l’utile d’esercizio).

Abbiamo infine discusso di come il controllo di gestione, attraverso una pianificazione degli obiettivi e il monitoraggio del loro raggiungimento, sia indispensabile per generare utili veri. Infatti, anche quando le cose non vanno come previsto, controllare che l’impresa generi una marginalità soddisfacente mese per mese permette all’azienda di intervenire tempestivamente dove necessario.